Le manette dei tuoi sguardi ai polsi, imprigionati dentro al carcere dei tuoi discorsi. Ora d’aria per uno scherzo. Non siamo mai più evasi, Galeotti dei tuo sguardi.
Il mio ultimo respiro lo dedicherò a raccontare la storia del tuo primo respiro, che si fece un fiume d’amore nel mio.
Pausa caffè. Bevo dalle tue occhiaie quel che rimane del giorno e della tua bellezza che, petalo a petalo, folate di rughe incoronano vera.
Riportami indietro, al tempo in cui, distesi, ti dipingevo gli occhi con le dita, un olio su tela del nostro vecchio amore.
Mi svegliai in un sogno di un bambino che sognava e teneva stretto tra le mani un sogno di un bambino che sognava e teneva stretto tra le mani un sogno di un bambino che sognava e teneva stretto tra le mani un sogno.