Raccontami quello che non c’è tu sai la geometria le giuste proporzioni hai le seste negli occhi sai gli angoli relativi tra le cose vicine. Pure i pesi intravedi distingui le cose belle da quelle che invece paiono averne solo l’aspetto
Parlamidelle cose che sentiperché tu sai la differenzala linea sottiletra quello che c’èe quello che vedi
La crepa o la piegaDeleuzeo quel che dir si vogliafatto stad’esser sempre moltepliciperché il reale mai è unoma trino se non di più
Ho corso lontanotra folle ignote.Nessun buongiornoné abbracci Dove sono stato,un freddo che rattrappisce.Sporco negli angoli.Né coperte o sorrisi la sera Qui, in fondonon potete arrivare.Rimanete su sentieri battuti,vi dico:è un bene
Ste parole scritteche noi ci vediamo benedi decodificare,di farci nemmeno interpreti,di porci al di là di loro,s’appellano a sta benedetta capacitàche c’hanno queste insommadi farsi capire d’uno sguardo,fosse pure al primo, vergine e bianco.Se solo la realtà,c’avesse sta dote dentro:di farsi intenderea brucia pelo
Ti ricordi? Dimmi. Ti ricordi nei sogni tu ed io quella coperta piena d’umido e a pregare sotto di non riemergere nella luce
C’hai il marchio di chi tra tanti passa inosservato. Sei di nebbia d’aria quindi e d’altre cose leggere. Ma tu dentro c’hai una pesantezza insostenibile