Vivo la vita filtrata, Per timore del reale Immagino mani di fiori Danzo cone vesti adornate da lapislazzuli Invento baldacchini Riempiti da persone intrecciate, Ma Ho freddo Strappo le palpebre Sono distesa nel vetro.
Rivolto come un barbaro i cadaveri, li squarcio fino al minuzioso fondo, bramo la vita Non sfioro il terreno, son forse spirito? Invece eccomi, povero verme cieco, ciò che su cui mi muovo non è il cielo, ma il soffitto.
Stanotte con gli occhi in piena Ho appiccato fuoco Alle prigioni A brandelli Volavano Le vergogne In fiamme Urlava Il silenzio Ti prego, Ascolta Attraverso la mia carne Il dolore di non essere mai amato Sei complice anche tu Di aver rapito Un fiore Pensavi che fosse il modo migliore D’averlo con te
Nel mio mondo nascosto Nulla è come appare, Celando un abisso, Terra polare, piena di Bestie che scalciano.