Sedetti al tavolo cercando parole,
sperando
in un loro naturale fluire
di mente in inchiostro.
Attesi, gli occhi contratti.
Contemplavano volute vaporose
cadute al pensiero nel procedere
incerto
tra caos e ragione.
Disperai
desiderando ordine, senso –
bellezza.
Poi un bagliore
di cellulosa intonsa
e di tal quête intravidi
colori come di tracotanza:
Cosa attendi
su quella sedia,
chiusa nella tua stanza?
Ancora non cogli
che scrivere
è un effetto collaterale della vita?