Sono rimasto solo alla stazione,
e come una prefica
guardo chi parte solo andata.
Nell’atmosfera impregata di addii
rimbomba una centrifuga di chiacchiere
che travagliano, povero, tutto questo vuoto
riempito dai telegiornali che urlano,
dalle corse alle armi.
I familiari inculcano le litanie
da raccontare alla prossima nascita,
un film che mi contiene,
che contiene tutti:
Ode ai “bisogni d’oggigiorno”.
Ho provato a interrogare gli esperti,
una qualche tessala o poeta,
li ho raggiunti negli orari di apertura,
su questa folla che si lusinga agli autoscontri
che riempie il tempo prima della fine
e non la vede già al proprio fianco.
Ma la Tessaglia è Grecia e i poeti chiudono baracca.
Amano tutti i festoni
della scalinata al successo,
dei talent (“Chi c’era ieri?”).
Siano ben informati che in una casa senza finestre
si affoga nella propria polvere.