Dai vetri sporchi della finestra
vedo la strada bagnarsi
di pioggia primaverile, mossa
dal vento impetuoso che bussa
alle porte di casa mia.
Sulla parete il calendario
è fermo a Febbraio;
sulla lavagnetta, segnati a gesso,
i voli dello scorso anno per la Sicilia
e gli esami, quelli passati.
Non m’importa più annotare gli eventi,
gestire il tempo.
Guardo e vivo l’ora che il mio orologio
da polso
segna con impeccabile precisione. Strano,
non è neanche svizzero.
Riordino il mio spazio, la camera da letto,
ogni oggetto ha un suo posto,
segno di un ricordo.
Li riordino, i ricordi.
Vorrei, allo stesso modo, riordinare la mia vita ed il mio tempo.