Vedete riflessi in piatti schermi ciò che vi è imposto di pensare,
schiavi di un’ agio nichilista, seduti su vane speranze,
mai aizzati da nuove prospettive, reprimete i vostri sogni
in effimeri programmi di insensato nulla.
Come formiche in mezzo al fumo siete smarriti,
in una campana di vetro, fatta da mani potenti che,
possenti, si impossessano della vostra vita.
Rondini, libere in una piccola gabbia,
sguazzanti nella vostra falsa emancipazione,
altro non siete.
Altro non farete che compiangervi poi
per tanta stolta ubbidienza, cieca,
per chi di briciole vi nutre,
cadute al suolo.
Scarto allo scarto,
elegantemente velato,
da grandi mani
chiamate stato.