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Lapsus

A voi,

a voialtri,

seduti davanti a me.

 

Dai tuoi occhi castani, Irene,

sono sempre stato dipendente

ci ho sempre rivisto la persona che eri

ma non vedevo abbastanza me stesso.

 

A te, senza nome ancora,

erede ex voto della cartella esattoriale,

a te voglio chiedere che colore hanno i tuoi, di occhi

cosa pensi se ti svegli di notte

come ti senti quando chiudi le palpebre.

 

Chiacchierate, di cose vere,

l’uno e l’altra

senza bisogno di aggiungere gesti

persi nelle reciproche iridi

piano piano

aspettate.

 

Voialtri,

voi potete aspettare

la scadenza vostra è lontana

la mia già dichiarata e forse prevista.

 

Ma la sedia in fronte a me è ancora vuota

le campane suonano ormai l’ora

(gli Allori bastardi

si susseguono

con nomi diversi)

e se ci siete

se volete aspettare in silenzio che tutto passi

proverei volentieri a osservarvi.

 

Mettetevi comodi