te ne sei andato
un anonimo lunedì mattina
di quelli grigi
che quando sei in ufficio ti fanno maledire il lavoro
Te ne sei andato senza salutare
in un modo che non è da te
ingabbiato fra le lamiere
proprio tu
che amavi camminare fra le nuvole
Ieri sono ripassato, e scusami se non avevo un fiore da lasciare
la, rimane solo una macchia scura sull’asfalto
mentre gli automezzi scorrono veloci e inconsapevoli
di tutto ciò che eri
La mente tira fuori il mio lato cinico:
quanti la meriterebbero al posto tuo
in primis proprio io
che passiamo i giorni a lamentarci
a farci domande
a farci le guerre e costruire muri
Eri venuto dall’altro lato del nostro mare
hai lottato per non annegare
nelle cattiverie di questa società
Mi hai portato
esempi, ideali,
una ricamata maglietta blu
e ore che non ci sei più
ti prometto che tu vivrai in noi
e noi vivremo con te, per te
Ho trovato una tua foto di quattro anni fa,
in mezzo a tutti noi, sdraiati nel prato,
tu suonavi la chitarra
eri fatto così, portavi la bellezza nel mondo
Il giorno in cui ti abbiamo dato l’ultimo saluto era un venerdì 13
estate, non c’era una nuvola nel cielo
e il torrido e luminoso sole asciugava la guance di chi ti ha amato
quasi a volerci farci ricordare di quanta bellezza abbiamo sempre attorno a noi
Eri nella camera numero uno, proprio come te.
come devi stare scomodo in quello stretto pezzo di legno
mi immagino mentre ti lamenti, con quel sorriso
Al ritorno abbiamo cantato Dalla e brindato alla tua
che avresti voluto così
e non si voleva farti incazzare
Ti immagino lassù, tra i tuoi numeri e le corde e le poesie
farti un’amara risata delle nostre infime miserie
LoZio, intanto metti le cose da bere al fresco
scegli con cura la da musica da ballare
che noi si arriva tra poco per la grande festa
giusto il tempo di migliorare un pochino
questo mondo
disumano