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i pomeriggi di maggio non torneranno più
e l’odore di caffè a lenire le mie deformazioni
lo stillerò dalle tue mani bianche
ma i pomeriggi di maggio non torneranno più,
mai più tornerà
quella dolce nenia consolatrice
scuoiata dalla ferocia di maggio,
maggio di sole, di gerani, di malvagità innecessaria, inutile
(come queste lacrime secche di sale)
io tremerò ancora nel ricordo di maggio
quando sarai sangue sparso sulla pelle di
ieri, di maggio –
succo di mandorle della mia bile,
il nettare della tua saliva,
i pomeriggi di maggio in cui urlerò:
vienimi a prendere,
ti prego,
vienimi a prendere