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Di te non è rimasto nulla,
mi dici;
soltanto rovine di ciò che eri in un’altra vita,
della felicità che hai vissuto con altri amanti.

Non ho più niente da dare,
non riesco nemmeno a ricevere,
mi dici;
ché sono rimasti gli scarti, la tristezza,
le occhiaie scavate, la stanchezza,
la necessità di rinchiudersi in sé stessi
e non farsi mai più conoscere
per evitare di soffrire
e far soffrire.

Non usare alcune parole,
perché nel mio cuore
hanno già avuto altri padroni ed accezioni,
cuore che fu antico e sicuro approdo per molti
prima ancora che tu esistessi in me,
eppure,
mi dici;
rimani.

Combatto una battaglia contro i mulini a vento:
mi aggiro inerme tra le tue macerie,
incapace di rifuggire la catastrofe imminente
rimanendo immobile ad osservare il crollo
che definitivamente mi seppellirà;
eppure,
ti dico;
rimango.