Scrivevo così,
denti stretti,
tormentando
l’incavo sotto
le arterie,
scavando nella solitudine.
Un po’ per compassione,
un po’ per farmi forza,
sentire il coraggio vermiglio
spezzarsi di ali in fasci
di luce scarlatta.
Cosa sono istanti?
Sulla pelle, morsi,
battere sotto
quella pressione in bilico.
Quel moto browniano
di particelle su notturni,
scale da salire senza fiato,
come le parole, quando mi trovano
afono nel dirle.