Skip to main content

Di quel corpo ch’io non so (28/03/21)

Di quel corpo ch’io non so
mi manca il tocco che non ho mai dato
mi manca lo scherno che mai abbiam scambiato
e ricordo l’odio che tra me e te c’è stato.

Di quel tocco ch’io non so
mi ricordo che era proibito
e dello sguardo che m’hai dato
mi ricordo fosse adultero e così erotico.

Tu che d’erotismo e d’adulterio mi dai
mi manchi seppur mai ti abbia avuto.

Quella pelle che ti copre
come velluto ne ricordo quanto fosse liscia
e io che così piano ti toccavo
avevo paura di lacerarti.

E m’ispiravi in ogni dove
e mi tiravi da ogni parte
con quel sapore che tenevi
sulla pelle così chiara
che sulle labbra mie, al tempo dei morsi,
mi restava;
e il profumo tuo mi stimolava l’istinto
e ad esso mai sarò capace di sottrarmi.

Ministre d’amore del visto tuo
così rosse più del sangue,
vi mordevo e vi tagliavo
e del male che subivate
l’anima ne godeva sempre più
e gemiti ne erano il risultato.

S’incrinava il corpo tuo
al minimo accenno di piacere.

E quel piacere era colmo di proibizioni.

E le proibizioni colme d’erotismo.