Mi sento disarmonica, un frastuono di mondo
faccio rumore in ogni cosa, un rumore percettibile
misuro l’eco del mio respirare, dei miei passi
mi sento, dissonante
quando cammino, servo il cappuccino,
faccio roteare la tazzina sul piattino e fa rumore
mi sento quel rumore
la somma dei miei suoni
il cuore, la tazzina, il respiro
cerco pace ma sono disarmonica
il suono dei miei no, dei miei pesi, stride come se non ci fosse altro ad infastidire il mondo
il gesso sulla lavagna, la forchetta nel piatto, «non posso»
Il peso delle mie giornate è il più insopportabile suono
devasta le spalle-orecchie di chi passa
che quindi fugge, con le mani sporche
di un amorevole “addio”
Mi sono chiesta cosa rendesse amabile,
ho pensato all’armonia
E io sono dodecafonica