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Et quod vides perisse perditum ducas

Se ancora mi accïeca il tuo riflesso
Non è per te sola o per quel che hai fatto,
È il livore che in realtà ho per me stesso:
Non vi fu tra noi alcun vero patto.
Io ti odio, ma davvero non hai colpa,
Valevi già allora non più di un atto

Tu, sola figlia di docenti agiati,
Io ultima prole di due poveracci.
Ma non è questo che ci ha separati,
Tu con abiti firmati, io con stracci:
La tua gonna non fu mai classista,
E le tue vesti eran di presti slacci.

Tu prima bimba acerba ed insicura,
Poi acre donnetta, parva e altezzosa;
Io non più io, perduto, senza una cura:
Forse fui io a sbagliare, questa cosa
Va detta, nel darti tanto potere:
Ma ora sto bene, e qui il verso si posa