(…)
vedo l’orologio e immagino l’orologio,
scrivo l’orologio.
e non è un orologio concettuale a-materiale, è un orologio vero e proprio.
vero nel senso della proprietà fisica,
proprio in che senso?
è un bel problema.
non vedo il tempo e non immagino il tempo:
scrivo lo stesso del tempo.
in realtà parlo di tempi in relazione, tempi diversi (sono istanti).
!la poesia migliore non si vede e non s’immagina, si scrive!
ma mentre scrivo vedo che scrivo e immagino
me che scrivo.
scrivo di me che scrivo vedendo che scrivo e immagino me che scrivo
o della cosa che immagino e vedo però senza togliere me che scrivo
vedendo che scrivo e immaginando me che scrivo.
se a questo punto facessi il passo più lungo della gamba
transitando su un burrone ma dotato di ali, scriverei
di tutto ciò che mentre scrivo partecipa allo scrivere:
anche dell’orologio e del tempo, poi astraendo l’orologio o meccanizzando
il tempo!
e ancora
(…)