Quei pomeriggi in cui si capisce, evidentemente,
che il mondo non ci voleva come disgrazia,
un altro orizzonte per gli occhi di nessuno.
Invece,con gli autobus che passano
e tutti i motori con sopra un cuscino.
Bambini che urlano più lontano.
Il sole che acchiappa tutti i soffi di ghiaccio,
solo dove riesce a navigare,
non sembrano gli stessi otto minuti di sempre.
Ci si dimentica a cosa lasciano il posto le nuvole,
così,
per ricordarcelo,
lo chiamiamo cielo.