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Incontro esoterico con un teatrante di strada

Parlammo di Lune,
Adorammo le streghe,
Contammo, senza numeri,
i cerchi delle nostre acque.

La sua anima,
Impetuosa come un vulcano,
Gioiosa e travagliata
Come Dioniso.

I miei stagni,
Ritrovati mari
Al sussurro
D’un poeta di vibrazioni

Quel porto vicino
Spalancato ad orizzonte
Al magico suono
Di fiabe e favole.

Non lo conoscemmo
Il mistero del tempo
Che ci fece culla
Prima di tornare boia.

Ci amammo malamente.
Incontrammo sudore e riso.
E tra le carte
L’appeso, il matto o un dieci di coppe.

Negli occhi
Ho il sogno di sapere
I suoi cieli.
Di studiare i pianeti che tiene sulle dita.

Dalle labbra,
D’un fiato,
Una promessa:
TornerĂ².