E come ribolle
ignaro in me
il senso perverso dell’amore
che ho perduto
e più non ritrovo.
E divago in me
meco nei pensieri
-oh, errante Boccadoro-
tra sogni d’infatuamento
e feroce fugace violenza
del contatto d’una donna.
Su prati dorati che sfiorano
le luci della notte,
il profumo di questa Natura primaverile
s’insinua nei miei sensi e
si mescola docile
nella fusione dei nostri corpi.
Come desidero Amare, cara Lisa,
darti ciò che non ritrovo
e che anelo da mesi,
infondendo i miei sogni
con la tua forte figura perentoria
celata sotto vesti diafane.