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Io seguo te che non segui me

Leggo che è importante rimanere dove tutto è reciproco

e stamani mi sono accorto che io ti seguo e tu no.

Ti ho scritto chiedendoti il perché

e hai risposto che fui io a fuggire…

Non ho sbagliato un passo in nove mesi e l’unico eccesso di stupida rabbia che ho avuto lo hai usato a pretesto per tutto.

Quando mi hai concesso di tornare a seguirti,

come un cane,

non hai sentito l’esigenza di fare altrettanto.

Essere seguiti è facile, seguire è un impegno che non ti sei voluta (ri)prendere.

Io non ti cerco più perché tu non mi cerchi, ma spesso mi domando se tu lo faresti se io lo facessi…

Io non ti chiamo e tu non lo fai.

Io ti scrivo e tu a malapena rispondi.

Ed è un loop malefico che mi toglie il senso

come lo stare in un labirinto da troppo tempo…

Conservo il tuo numero perché tu hai il mio

e siamo “amici” pur non essendo più niente.

Stamani mi sono tolto il nostro braccialetto.

Tu l’hai ritrovato e messo in un cassetto.

A me stringeva ancora il polso e quando lo guardavo tornavo al tuo compleanno ma non ha più senso vivere solo di ricordi.

Aspetto la mezzanotte. Un giorno intero è un lasso di tempo sufficiente a farti premere un pulsante, se lo vuoi.

Da domani, come immagino, non ti seguirò più neanche io

e tra noi non rimarrà niente se non una vetrina dove ti vedo giocare con i cani.