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Lettera ad un amico

A volte ho l’impressione
di essere annichilita
da chi mi sta intorno.
Sono sicura di essere stata annichilita
dall’amicizia falsata, imbastardita
dagli eventi, sopraffatta dai troppi
sentimenti.
“Chi di spada ferisce
di spada..?”
Io ce l’ho ancora dritta in petto,
e tu che l’hai impugnata,
tu: ti sei ostinato ad infilzarla
nella carne di chi, come uno scudiero,
sempre ti è stato fedele.
Il tradimento! Chi, chi me lo restituirà
il tuo pentimento:
sei offuscato, troppo offuscato
dall’austerità; dalla ristrettezza
d’animo! Tu che irrigidivi le membra,
spesso,
all’affetto manifesto.
Tu che restavi basito
di fronte alla natura estroversa
arricchita dalle più sincere passioni,
pure, maestre.
Tu non sei più. Tu non hai compreso,
ti sei rifiutato. Tu che ti facevi mentore
di arti secolari,
di poesie,
di resoconti ilari.
Mi manchi, ma
magari
(tu) non mi penserai.