Nelle città morse dalla peste e sgomberate dalla presenza umana
Erano ritornati i cervi e i lupi a dargli la caccia
E i cigni che molti bambini non avevano mai visto
Facevano l’amore nei prati come in una battaglia di cuscini
Cuccioli d’orso giocavano come pugili sotto i semafori
Rimasti accesi a palpebrare per il traffico di stelle comete
E c’era anche chi diceva ma forse mentiva
Di aver visto un piccolo unicorno galoppare dopo la pioggia
Un vecchio alcolizzato controfigura di babbo natale raccontava
Di aver visto un grande uccello notteazzuro sfuggitogli dal petto
Volare nel parcheggio di un motel abbandonato sulla statale
Residenza di due amanti criminali insaziabili d’amore
E se ora chiudo gli occhi nell’abisso di questo insondabile silenzio
Vedo te in una scena cinematografica corrermi incontro
Forse vestita da sposa con le braccia ad ali di gabbiano
Per restituirmi tutto ciò di cui sento la mancanza
In un lungo lunghissimo bacio interminabile
Per il più banale e stupendo lieto fine