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Lo spettro del padre allo specchio

Apre la bocca ma non proferisce parola,
Elettra tanto tosta quanto sola,
nella fretta il suo sguardo elettrico saetta
senza sosta, vola lontano, non si posa
né tocca con mano alcuna cosa, dimora
nell’antica ora, quella riposta nel tempo
delle origini ove cerca risposta, dei corpi danzanti
e i pensieri vergini gettati in seno alle vertigini e al sangue,
al vizio osceno che lambisce e langue vendetta
sul precipizio della carne derisa, redenta.

Orgoglio si frange tra inconsulte risa,
nel riverbero spettrale del nome dissacrato,
come cerbero affamato e fedele già rinchiuso
nelle segrete della casa paterna,
celato al mondo, giù, di guardia alla caverna
ove sempre riecheggia ruggendo il rancore,
come ruggine sulla superficie del presente..
e il volto ridente di Beatrice, ne risente.