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La tigre

Non avevo avuto altra scelta quando un vento del sud
Decise che era giunta l’ora di farmi vedere cosa si nascondesse
Dietro Una particolare sensibilità alla bellezza delle cose perse…
Poi tutto si mise a tacere per preparare il tuo misterioso arrivo

La tigre torna ancora spesso a farmi visita
per condurmi fin dove finiscono le tracce
Nel battesimo del delta del tuo respiro
O in un cimitero di automobili in mezzo ai campi

Qualche secolo fa ti avrebbero bruciata sul rogo
E io sarei venuto a salvarti e a dare fuoco alla città
Ora avevo solo un libro di poesie della scuola del pane
Per traformati velocemente nella sconfitta delle offese

L’animale si riavvolge nel freddo
Sembra qualcosa che non è più qui
La respirazione prima dello schianto
O un infiltrato anarchico nella polizia

Un embargo pesa sulle nostre libere lontananze
L’uomo solo in alto mare guarda dove è ancora più blu
Il mondo si ferma per un istante dentro una stanza al tramonto
Ti scatto una polaroid nuda sul letto che nessuno vedrà mai

E Mentre la vastità trattiene un tuo gesto
Aspetto solo di sentirti urlare…

“Dimmi qualcosa che non potrò dimenticare”

saralba

L’ ultimo Sogno di un Vampiro:

Pensiero dal tempo nascosto

Nudo all’ Alba

Ora è l’ attesa,

Un lieve bagliore,

solo un sussurro del suo splendore.

Ora è il suo sangue che freme

Le Vene La Vita più non contiene

l’ istinto è fuga o resa

Solo la suo ombra l’ ultima difesa

incredulo a quella visione

Pensa:

questo è il sahara!

l’ Alba un miraggio!!

l’ illusione del mio coraggio

Ma già arriva il primo raggio

é gia polvere la gamba il braccio

Danza nel vento una nuvola porpora

è l’ Alba.

Taranto

Taranto permeata da uno strano silenzio
visi acidi tagliano il vento
guardano distratti l’intorno
procedono
in una psicotica ripetizione
affondati nell’ittera luce malata
senza sembrare umani
forse meccanismi di qualcosa
che non si vede
pilotati da ciò che non conosciamo.

Attraverso le patologiche vie,
le solite
in passi di metastasi di malinconia
che abbandonano le orme in terra
fissate per sempre;
qualche frammento di me cade
accompagna le orme
e così lascio una marea di tracce
di ciò che son stato,
inconscio di ciò che sarò
disumanizzandomi pian piano,
in ogni passo;
finché non noto poi
di non produrre rumore
di essere un fattore nella somma dei silenzi
di camminare per inerzia
guardare distratto il mondo
vestire d’improvviso
gli abiti di tutti gli altri
e agitarmi concordemente
all’immenso macchinario.