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Quando passi davanti al mio sguardo

l’attività dei miei pianeti sviluppa un insolito richiamo.

Al tocco impulsivo del mio universo,

il tuo sorriso stirato oltrepassa il saluto come un gelido dardo,

sfreccia senza amichevole intento dal peccato che pareggiamo

a poggiar sul mio cuore, infranto e regresso in ogni suo verso.

Bastano a noi le storie di verbali abusi

questa noia di una nuova composizione della polvere

tra scambi e opinioni sulla bella e contesa ragione

vivere e riflettere dei giorni tra costumi e usi:

ogni quel dì porterà il tuo nome, rosso colante sul rovere

della creazione che fu all’innocente illusione.

Eppur, quando passi, è meraviglia vederti ondeggiare

sui tuoi fianchi equini, dondolar silente sull’indecisione

atti del futuro assassini del presente, per il tuo istinto

di solcare l’oscuro orizzonte verso un lontano giaciglio, per mare.

E se un filo di voce potesse sussurrarti: cavalca le onde con più passione

e veleggia sotto un tramonto vermiglio, per te il perdono è già dipinto.

Sarà un incontro

di specchi e animali

quando osserverò la mia figura

che ciecamente cercavi

quando anni di un pensiero

trovano filamenti di luce

e tutto il resto celerà all’interno.

Rappresenti il tempio

con aglio secco all’entrata

che non potrò solcare con streghe e stregoni

e con fiumi poveri di un piacere ignoto,

perchè sei parte di un volo amico

lunghe fila di aironi che passano osservando

stagioni mitigate dalla volontà.

E stà tutto qui

nel pulsante cuore

e all’attenzione del tuo velato sguardo turchese

che non vuoi completamente mostrare

la mia gioia di vivere.

Preghiera

Appannami,

impediscimi Signore

di vedere come le cose mutano,

come si distrugge il percorso

che ho fatto.

Rilassami,

prendi la mia mente

e squartala,

cancella il mio futuro,

sezionala fino in fondo.

Strappa!

La mia coscienza e i miei pensieri

Sono la mia offerta.

Lasciami,

vivere di istinto

ribollire il sangue nelle vene

mangiare il prossimo mio

come me stesso.

Annienta i miei nemici

Gli oppressi,

i vinti,

gli stanchi.

Eradicali come il vento le querce,

fai che nella mia strada

non incontri nessuno

che non guarda il cielo a testa alta

per cercare in esso il suo riflesso e

non conferme.