Il vero potere del poeta
risiede nell’elemento base
di ogni altra scienza.
E’ l’autorità di apporre un punto fermo
per chiudere il discorso.
Il vero potere del poeta
risiede nell’elemento base
di ogni altra scienza.
E’ l’autorità di apporre un punto fermo
per chiudere il discorso.
Si vive di cariche erotiche ed eroiche.
Tutto il resto rimanda alla morte.
Questa morte è destino, niente di eroico nell’opporsi
niente di erotico nell’accettare.
Solo una parola stupenda e terribile,
fine.
Ha perfettamente senso.
E’ tempo di considerare di nuovo
l’allegorica visione del fiume:
nessuna morte è il mare,
nessuna nascita è la sorgente.
Nessuno parte da monte per arrivare a valle:
questo è l’inganno dei profeti. Degli eremiti.
Siamo solchi, con la vita
che scorre dentro assieme a detriti, residui,
animali e piante.
Siamo la distanza che separa la vetta dalla foce.
Siamo una distanza, per questo siamo soli.
Siamo statici per natura,
privi di energia nostra,
la nostra energia è la nostra rovina.
Non scorriamo in nessuna direzione
per questo non abbiamo senso.
Nel blu di prussia o forse oltremare
carezza pure lama di luna
il volto mio tagliato
nel profondo nobile di sogni.
D’una fragilità bambina
castello di sabbia
e conchiglie.
Già forte l’odore di temporale
il dolore mi spezza le gambe.
giovane silenzio
già di molti buoni amici
non quelli chiacchieri di quel che c’è,
sguardi negli occhi
la volta a fuggire
anche gli occhi del cielo,
o quando il meglio
proprio non si può dire
la veglia seria e le venti sigarette
croce rossa batte semaforo verde
la notte a scacchi bianchi e neri
le luci al neon della pubblica amministrazione
la notte può anche essere arrivo.
Vuole qualcosa in me
sfondare questo foglio
e questo muro
e quegli schermi radianti
aprire i recinti
a far scappare
tutto l’importante
imbrogliato
agli ami
delle parole libere
Stai leggendo
una poesia nella poesia.
Non è per te che è stata scritta
ma se avessi
la forza di farti rapire
saresti strafatto,
immacolato,
nella cornice
tra il testo e il forse.
rivoli di esperienze silenziosi
stemperano pietre riarse di me
memorie adombrate negli atrii
sussurrano non v’è tregua
in nessun dopo-di-adesso.
Costante tensione.
Avido desiderio
inedito ed essenziale
piccolo vuoto perpetuo
sarà la mia rovina.