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Giochi di rime ed assonanze
per alleggerirmi, incapricciarmi
nel bel gusto, nel gesto vano,
li lascio ad altre stanze
ad altri luoghi rimando ora la ricerca
del piacere personale – di personale –
senza fine o fine a se stesso
– che è lo stesso – di getto oggi rimetto
a me stesso solo il mio dolore.

Dolore circoscritto.
Un abbozzo di dolore.
Circoscritto e rotto.
Un arabesco stanco.

Ed intanto che io scrivo,
vale puella, vale,
la prendo io la via che fa più male
che passa retta dal cuore e s’allontana,
mi nascondo nella tana
dei miei timori insani,
dei miei sani languori,
nei dolori stanchi delle gambe lente,
delle anche,della schiena sghemba,
nell’animo dolente,
nell’insonnia eterna
del sognatore.
Che non ha pace,
che sogna pure quando parla
e quando tace e quando vive
perdendosi nel sogno vivo
del suo innamorato gioco,
nel voler dipartire per un poco
senza perire per davvero,
troppo impegnativo.

Piuttosto abbandonarsi
e sognare di morire.

Eroica, Erotica, Tragica

I. Erotica

Notturno il sussulto,
la spada che fende la carne
tenera
tenera carne
bramata e temuta
offesa seppur venerata.
Se prima era furor di battaglia
e le urla scandivano il tempo
è ora quiete a dettare legge.
Solo l’ansimare affannato
di chi ha compiuto un volere divino
è metronomo alla melodia del silenzio
di un mondo che dorme.

Si erge il giovane Giorgio
dinnanzi al Drago e guarda:
la mano cede,
cade la spada.

II. Tragica

Camminare per la strada
basta uno sguardo ricambiato.
Uno
sguardo
gravido
di pensieri – il mio.
Il suo
di sogni – i miei.
Un attimo
la mia mano sulla sua
il mio braccio stretto al petto
– il suo –
e i baci.
Un attimo
i nostri corpi nudi
una lotta alla conquista
del piacere.
Un coito mentale
interrotto dal suo volto
che scompare
tra la folla.

III. Eroica

Non per Silene
ma basta donna
e sarà questa
Principessa e Drago.
So bene cosa fare
tornato a casa.