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Scacco matto.

Tu ed io
reduci di apprensioni transitorie,
eterni belligeranti impreparati,
guerriglieri scevri da ogni inibizione,
che nel tempo restiamo esposti
ad ogni persuasivo richiamo
di approvvigionamento emozionale.
Quante tante risorse investite
nel roseo conflitto
che unitamente inseguivamo,
e che con tenacia affrontavamo,
nell’alternanza di un dominio irrisorio
poi immutabilmente abbandonato.
Quanto invalicabile la tua armatura
seppur scalfita da queste braccia,
recidendo il mio nome contro il tuo
senza memorie delle nostre paure.
I detriti che ora rivestono la mia pelle
aderiranno con esatta perequazione
quando vorrò rievocare
i reperti di quegli inneschi
-di quelle nostre collisioni-
che determinavano
l’esaurimento delle reciproche munizioni.

Insisterò nel proiettare in perpetuo
sporadici segnali di fumo,
provando ad arginare la trincea
eludere la sorveglianza
e reclutare ulteriori forme di conoscenza
che permettano al mio alfiere
di scontrarsi nuovamente al tuo.