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Peso

I

Ultimo baluardo,
contro il moto infinito e contrario,
l’acquisire velocità e sostanza,
se non forma, nella testa,
se non senso, per il cuore,
di quel mio cuore grave,
di quella testa che crede,
cerca, e perde.
Persuade colui che un Maestro,
scrivendo di me,
ebbe a definire “sé stesso”.

“Così [l’uomo] si muove
a differenza delle cose diverse da lui
diverso egli stesso da sé stesso:
continuando nel tempo.”

II

Torna ad avere paura del buio,
affinché “le ore degli spaventi”
non siano “ridotte al sordo continuo
misurato dolore
che stilla sotto a tutte le cose.”
Torna a sognare,
da morto e da sveglio,
il peggior incubo vivente:
sei niente nel nulla.
Vivi “ogni attimo il dolore della morte”,
con serena impotenza socratica.
Ridi in faccia al “ghigno sarcastico”,
perché “la fantasia distruggerà il potere
e una risata vi seppellirà.”
Come in uno specchio l’infinito.
Persuadi “te stesso”,
oppure avrai obbedito,
seppur alla vita,
solo per ignorare la morte.

“Ma la sorda voce
dell’oscuro dolore non però tace,
e più volte essa domina
sola e terribile
nel pavido cuore degli uomini.”

III

Tutto dare e niente chiedere:
questo è il dovere
– dove sono i doveri e i diritti io non so.”

Creato il deserto,
sarai predone e oasi,
sete e viandante.
Sarai libero nella tempesta,
persuaso dal peso
di ogni singolo grano.
Sarai atto, attivo e attore,
e mai più spettatore.
“Non dar loro la vita illusoria
e i mezzi a che sempre ancora la chiedano,
ma dar loro la vita,
ora, qui, tutta,
perché non chiedano.”
Persuado, panico eremita,
eroe anacronistico,
maestro del “me stesso”,
critico, del peso delle cose mai persuaso.

(il virgolettato da La Persuasione, di Carlo Michelstaedter)