Notte, un tempo casa per il tuo
Figlio prediletto.
È un po’ che non ti sento mia,
Tu che solevi essermi ricetto
Nella frescura che rende vita
Alle strade e alle piazze arse
Nelle ore calde della tua assenza.
Mi sentivo me stesso con te
E le anime che richiami nelle ore
Brillanti del lucore lunare.
Io per me adesso non ti porto
Il tempo di finire la sigaretta.
Non so perché rifugga
La tua bontà materna, ma spero
Trapassi questo arco di stacco.
Notte io fino a ieri ti bramavo:
Sai che appartengo all’esigua
Schiatta dei poeti sinceri.
Che sia perché ti ho bevuta
Senza modo nelle ultime lune?
Ma non è l’arido che viene
Quando due amanti per il troppo
Amarsi smettono di volersi bene.
Ad esser veritieri, non tu sola
Ho a schivo in questo tempo.
Vorrei esser solo co’ miei pensieri,
Circondato dagli strumenti del mestiere
Senza caramelle e bolle di sapone.
Non ho più la forza per diluirmi,
Di dirmi che il nodo si risolverà domani,
Che è giusto che mi sacrifichi a te,
E di ringraziarti per il furto a cui
Mi presto negli incontri clandestini.
Notte, di te mi manca tutto, meno che te
Non ti adirare con la prole onesta.
In fondo se ti parlo puoi capire
Che ho d’aiuto necessità manifesta