Per il regno che si crea
ogni volta che apriamo un ombrello,
Siamo il dio di un cerchio asciutto.
Gettando ancore sconnesse,
per bucare l’acqua, nel profondo,
senza assicurarsi a catene,
che si possono solo accorciare.
L’anello che porta al successivo,
chi soffia più forte nelle nostre vele e chi spinge la terra sotto i piedi,
chi non ha preso il timone,
perché pioveva in mezzo al male.
Le circostanze fanno affondare,
senza affogare, senza affrontare,
quando non sai nuotare o novare.