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Leggimi, non sono diverso da una pubblicità, manco dei colori accattivanti, ma lavoro differentemente, ho fini diversi, magari più interessanti.

Leggimi, non sono diverso da una fotografia, datata, in bianco e nero, una leggera descrizione superficiale, ti mostro il sottile strato che copre le cose, ma non scaviamo più in fondo, ti spaventa vero?

Leggimi, non sono diverso da una mano, speri di capire il tuo passato, o di comprendere quello che accadrà, ma sai che sono tutte cazzate, e non puoi sapere quello che ti succederà.

Leggimi, non sono diverso da una poesia, puoi darmi questo nome, stringermi in questa scatola, ma puoi chiamarmi così? Non sono soltanto un racconto? O solo delle parole su carta bianca? 

 

Leggimi, non sono diverso da un giornale, un romanzo, un telegramma, un poesia-it, un messaggio, un logo, siamo tutti la stessa cosa, il figlio bastardo di un pensiero, un pizzico di volontà, un po’ di inchiostro e un desiderio: farmi leggere.