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RT < 1

Lo schermo del telefono illumina fiocamente il mio petto nudo. Ripenso alle tue dita che mi stringevano la carne lasciando lividi vistosi che esibivo con malcelato orgoglio; con ancor meno malcelata passione te li facevo ricalcare – io così felice, tu così vorace. Faccio quella-cosa-che-mi-dico-di-non-fare-e-che-in-genere-sono-brava-a-non-fare (spoiler: non oggi): rileggo cosa mi scrivevi esattamente un anno fa. “se torni, io ti prendo”; “vieni quando vuoi, basta che resti”. Seguono disquisizioni meno nobili e più pratiche su DPCM e passaggio tra regioni. Tutta Italia ora è in zona gialla ma anche se fossi nel palazzo di fronte saresti distante anni luce, così tanto da respirare un’altra atmosfera – sempre che fosse respirabile. Mi fa sorridere sentir parlare di Rt perché nella mia ricerca è il tempo di residenza, e mi chiedo: che significa per me tempo di residenza minore di uno? Forse che siamo state l’una nella vita dell’altra per meno di una misura temporale equivalente a uno, non è un mese, non è un anno, nel mio caso – e lo sappiamo, non mentiamo – significa una vita, una vita i n t e r a. Resta il fatto che una vita è passata, e le tue dita non mi stringeranno più.

Sbuffo,
mi sfrego gl’occhi,
getto via il foglio,
che faccio? Mi odio,
mi masturbo,
apro un porno.