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Saturnina

Non vedo più

nessuna linea tagliente d’orizzonte

 

Il sentiero battuto si perde

dietro al gonfio tumore della collina

e oltre il cielo sgombro

è del colore grigio-azzurro dei pesci

 

È un paesaggio di carta da zucchero,

vello di sabbia astratto

lo ricopre con ferrea tenerezza,

il silenzio è sacro

 

Io alla sera bevo caffè freddo

e fumo