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Statica

L’aria sorpassa la via dei tramonti,
arpeggia piano sopra le colline.
E’ già tardi, ma la fabbrica suda nel vento
di sale con i calci che restano.

Al ritorno, luna, osserva il gatto trascinarsi,
gli uomini tramontare sui fiori, sui fossi, nei fossi
sulla bionda pioggia.
Sole, racconti
alle voci delle roche serrate; più lontano da loro
un ubriaco si sfoca su un pontile qualsiasi
della nave Speranza:
sta sognando
l’America.

Tra i passi che spingono e il lumi
delle taverne da spegnere
fiorisce di rosa Matilde…
Da secoli, vento e rifugio dei popoli,
nell’Havana,
della morte non è mai stata
tempesta.
Si bacia le labbra alle spalle del sole,
allontana i suoi amanti fino al colore di azzurro;
In tre passi di fandango
ricolma la via di un rosso uragano.

Tace breve l’industria,
sfrigolano i cancelli.
Tra poco gli ultimi troveranno una falce
– seccate le ombre, a largo del vino –
a far brillare il cammino, a tenerli vicino,
inutili come sono
ai loro figli
nell’alba
che sale.