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Fra i miei trascorsi

I percorsi lungo i corsi
dei miei sorsi …
Dopo che risorsi,
poche scuse, molti sforzi.
I segni attorno ai polsi,
la fame, le botte e i morsi:
ho raccolto il peggio
dei miei giorni
e ne ho fatto
corone d’alloro,
tributi ai miei morti.
Nei ricordi dei miei ritorni
ci sono scarpe rotte,
pause brevi, duri colpi,
bende sulle ferite,
lividi e denti rotti,
ma pochi pianti
e zero rimorsi.
Pensieri contorti,
notti insonni,
inseguono i miei giorni.
Ma passati gli intoppi,
le ingiustizie e i torti
per i pregiudizi vostri,
mi restano sempre
altri orizzonti,
rotte sconfinate
per navigare i sogni
e condurre l’anima
libera a nuovi porti.

Melanconia

Mi chiedi cosa io veda in te.

Una vecchia foto, di un tempo passato,
il quale “fù” non potrà mai ritornare.

In nome della bellezza che c’è stata,
legittimata dalla sua nascita,

consacrata alla sua morte.

Un mausoleo nel quale deporre fiori, come in ogni foto che ritrovo in questo cimitero di cui ho le chiavi.

C’entro ogni tanto,

mi fa sentire vivo struggendomi nella melanconia di quel “fù”.

Di ri-nascita e di morte,
come molteplici vite.

Davanti a me quel “sarà” il quale a fatica riesco ad aggrapparmi.

Rimane poi il disgusto di una spenta speranza