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D’altro canto, dicevi sempre che bisogna imparare a bastarsi

Dei nostri picnic affrettati e delle corse all’Esselunga quando passi da Bologna
– dove dicono non si resti ma si torni –
rimangono soltanto foglie secche,
tra le pieghe del mio telo.

Fu la fine dell’inverno, poi l’inizio dell’autunno;
“non usare il passato remoto, così sembra che sia stata una vita fa”.
Non te ne accorgi?
Nacqui varie volte,
l’ultima quando incrociai il tuo sguardo
la seconda prima volta in cui t’ho vista – avevi un vestito
color pesca…

Guardo il corpo che giace immobile dietro di me.
Ciò che fui prima che fossimo.
Ora, nuovamente, sono – e solo!

[D’altro canto, dicevi sempre che
bisogna imparare a bastarsi.

“Ci sarebbe servito più tempo”,
mi hai scritto.
(non fu colpa della lentezza della cassiera, lo sai.)
Fosse stato per me, il tempo l’avrei creato dal nulla
– da cosa si crea? e come? –
almeno adesso avrei un Nobel per la fisica.