La tristezza con cui ti guardo
Violenta il tuo viso
E la polvere che lasci sul pavimento
Diventa pesante sotto i miei passi
Non cammino più come prima
Ora che i corridoi sono infiniti
Le urla non superano le pareti
Ogni volta che mi massacri
Un profondo solco sul petto
Vuoto e senza battito
Spezza la linea della vita
Con la forza con cui mi urli
Che crollano le mura
Che crollano i palazzi
E non si ricostruiscono
Ma è comodo tra le macerie
E guardandomi intorno
Capisco che pure Dio
E’ morto depresso
Dopo aver plasmato col sangue
Un’umanità che soffoca nel fumo
Non basterà un nuovo Cristo
Più vecchio di qualche millennio
Per spazzare via la cenere