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Il letto che ci accoglie,
inerme confidente
di forze centripete d’anime
corpi stanchi
che riposano pensieri canuti
i sogni superstiti
e quelli persi nei cassetti dei traslochi.
Riempiamo salvadanai d’idee
in una caduta lenta
incessante
i capelli bianchi
si notano prima sul cuscino.
Sembriamo talmente stanchi
che a stento si vede il colore degli occhi
le cose accadono
e le clessidre servono solo a giocare col tempo
a scherzare sulla fine
che arriva senza riposo
una sera di queste
e il letto che ci spia
ogni santo giorno
ancora una volta
mentre scegliamo l’unica cosa che ci rimane
noi.