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Canto derelitto

Da solo me la suono e me la canto
e il mondo non ascolta gli spartiti
del segreto mio dolore intrisi,
abbandonati come un testamento.

Per nessun lettore, oltre me stesso,
è composta questa squallida ballata,
che suonerà invece insensata
a chi non conobbe mai l’Abisso.

È questo il tremendo crocefisso
di ogni vagabondo che un giorno
cercò un fratello nel mondo intorno
trovando niente più che questo:

specchi, in fondo agli occhi altrui,
e orecchi sordi alla melodia
che suona nei cuori di chi via via
sprofonda in giorni sempre più bui.