E’ un giorno senza luci,
da quando non mi rincuora più
il tuo modo di parlarmi sottovoce
tra una panoramica e un gesto audace.
Sai quanti volti ti hanno visto rinascere
tra il rumore di file chilometriche
o il silenzio di un solo spettatore
che abbraccia il vuoto e sorride
in cerca del tuo profilo migliore.
Ricordo ancora la tua fedele cura
somministrata a dosi d’inquadratura
l’odore caldo del fermo immagine
e quegli sguardi d’intesa nati per caso
sul filo dei nostri pensieri all’unisono.
Inizia a fare freddo
nelle case della gente
senza il focolare delle tue speranze,
dunque affrettati a tornare
perché il nostro film, deve ricominciare.