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Al ristorante. Ore 13. Un cameriere e un passante.

“Oggi,
le consiglierei
un bel piatto di dubbi
e come antipasto,
un vassoio di illusioni.”

Non capiva.
Lo fissò
come se dentro
quei suoi occhi
indecifrabili
ci fosse la chiave di tutto.

Gettò in gola
ogni singolo
disgustoso
boccone
ogni rivoltante
sapore
ogni nauseabonda
forchettata
masticando
trangugiando
e abbuffandosi
senza fiatare
di quel terribile
buffet.

Ma dopo,
e solo dopo
quell’amara
e ingiusta
entrée
assaporando
in bocca
ogni piacevole
certezza
al cameriere
non chiese nient’altro,
figuriamoci
il dessert.