Bionda poesia della notte,
stampa la mia condanna funebre,
codini di pece, mascara dell’Ade.
Serba dalle dite nervose, Arpia della notte,
si prende gioco di me.
Vomito pece per le verità che mi dici.
Nell’antico Medio Oriente,
tra le rocce caucasiche della steppa e i tappeti persiani
cerco lei negli occhi neri che incontro.
Piombo e benzina mi finiscono in faccia,
il bagno del buongiorno dello stronzo