Il mio cuore gronda colla
che a grappoli s’aggruma
e ingrato al gregge grida
– vi ringrazio, ma non m’aggrada. –
– Gracchiare d’ogni agra cosa
o quella gracile ingrandire – dice
– mi grava come grandine sul grano,
come un gracidio sul greto gremito. –
– Gratto le grigie grate delle mie prigioni:
un grottesco groviglio di graffi.
“Grullo!” dite voi, io dico “grazia!”
poiché di aggressività sono parco, non di grinta. –
– Al tuo grembo, adorno di gramigna,
pellegrino migro e lì segregato sgretolo
ogni segreto, ogni lagrima. – Tace.
Grullo sì, magro, pigro forse, ma grande.