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Stiamo sui social network
come Gesù sulla croce
a mostrare gli addominali
a chiedere aiuto
senza richiederlo
un unico grande specchio per solitudini
un unico bagno di vanità
e apatia
una croce tascabile
un massacro annunciato
una bestemmia
come la Maddalena che si sistema lo smalto
ai piedi del martirio.

Una spada che ti fa tremare
ingoiami
sdraiamoci per terra
lasciamo che la mente vada
i nostri corpi sono un segnale
ci dicono che la vita è stato troppo buona con noi
il destino chissà quale altro binario
avrebbe scelto
ci resta il senso dell’umorismo
a tenerci il cuore in salvo
fin dentro la tomba
provando a ricordare il giorno
in cui ho smesso di essere innocente
guardo una cosa e ne penso cento
guardami nel peggio
siamo inconcludenti
ma è così bello perdersi con te.

A volte vorrei aver passato
più tempo della mia vita a scrivere
che a scopare
ma tu
sei molto più forte delle parole.

Un calendario di lune, piene
ci aspetta
spunta fin anche col sole
fregandosene delle antenne sui tetti
del bel panorama
è il nostro big beng
focalizzati sull’istante
ci amiamo improvvisi
infiniti tra le coperte
e l’universo.

Sono parole intime
parole da comodino
parole che prendono polvere
da zeppa del tavolino
parole sottovoce
senza spingere
parole dal profumo di moka
parole da intingere
da scaffale alto della libreria
da biblioteche improvvisate
parole di miseria
parole a casa l’estate
parole da stanza in fitto
da bagno in comune
parole del vino
e del basso istinto
sono le parole nel cassetto
quello che mi squarciano il petto.

L’amore è solo un altro modo
di chiamare il caos
tienimi stretto, custodiscimi
al centro del ciclone.

Non è romantico
sei dico che il tuo corpo mi fa eccitare
non è romantico
se tutto quello che circonda il tuo cuore
mi fa vedere rosso
non è romantico
se invece di tenerti per mano
te le mordo
se odio le sciarpe
e amo le tue mani sulla gola
non è romantico
se siamo un vaso di porcellana
pieno di amplessi
umanità
e birra.

Ho sempre preso l’uscita di emergenza
per la paura che il posto andasse a fuoco
con le donne
al lavoro
e anche con te
per finire seduto su una sedia
a fumare sigarette e mordere penne
aspettando che tutto vada in fiamme.

Ho postato una canzone
per dire a tutti quelli che mi fanno sentire solo
che mi sento solo
il mondo in cui viviamo.

Prendimi per uno che non ha cura
una terra ostile
accettami come la spina sulla scorza
dei fichi d’india che rubavo da bambino
una danza d’agosto
rinchiusi nelle nostre ombre
piccole gabbie create dal sole
che esiste solo a sud del mondo.