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Ritornando alla realtà
dove si è meno lucidi.

Faro

era la notte e
il suo freddo buio mi
teneva in una presa nauseante
e la mia barca disorientata
vacillava tra le torbide onde;

d’improvviso un barlume giallo
squarciò la tela nera
allontanandone le sudice mani
che mi tenevano stretta;

il suo calore sciolse
il sale ghiacciato dei miei occhi e
in un attimo riuscì a vederla:
la terra.

Dolce guida mi
conduceva alla salvezza con
la consapevolezza che nelle
future mie traversate
lo avrei ritrovato
lì, ancorato alla roccia.

Fiori

Fu una dimenticanza:
la finestra soleggiata del salone
rimase socchiusa e
i timidi odori primaverili fecero
capolino nella mia casa.

Fu maggio e
il continuo divenire di
estasi causato dal
dolce turbine inebriante
mi sopraffece.

Fu autunno e
il gelo prese per mano le
mie amate essenze che
salutandomi con amarezza
chiusero la finestra.

La rassegnazione dell’addio
stava per prendere il sopravvento ma
fu in un attimo smentita:
silenziosamente erano rimaste
a scaldarmi il cuore.

La finestra era chiusa ora.
Non fu una dimenticanza.