Ritornando alla realtà
dove si è meno lucidi.
M.242
Faro
era la notte e
il suo freddo buio mi
teneva in una presa nauseante
e la mia barca disorientata
vacillava tra le torbide onde;
d’improvviso un barlume giallo
squarciò la tela nera
allontanandone le sudice mani
che mi tenevano stretta;
il suo calore sciolse
il sale ghiacciato dei miei occhi e
in un attimo riuscì a vederla:
la terra.
Dolce guida mi
conduceva alla salvezza con
la consapevolezza che nelle
future mie traversate
lo avrei ritrovato
lì, ancorato alla roccia.
Fiori
Fu una dimenticanza:
la finestra soleggiata del salone
rimase socchiusa e
i timidi odori primaverili fecero
capolino nella mia casa.
Fu maggio e
il continuo divenire di
estasi causato dal
dolce turbine inebriante
mi sopraffece.
Fu autunno e
il gelo prese per mano le
mie amate essenze che
salutandomi con amarezza
chiusero la finestra.
La rassegnazione dell’addio
stava per prendere il sopravvento ma
fu in un attimo smentita:
silenziosamente erano rimaste
a scaldarmi il cuore.
La finestra era chiusa ora.
Non fu una dimenticanza.