Ormai sono dodici.
Sembrano ore
perché il tormento
resta lì,
immobile,
a osservarmi.
Tu ormai
sei polvere,
come quella che soffio via
dalla memoria che
ti conserva
come fossi un’istantanea.
Immobile.
Come il mio dolore,
chiuso in quella casa
semivuota
e abitata da estranei.
Il Dolore sa
come aprire quella porta
e ogni volta
si presenta in compagnia
delle mie debolezze.