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Un’alba per un castello

Qualcosa stava per spezzarsi o così sembrava
Forse i nostri corpi dopo il turno di notte
In attesa di stagioni furiose come padri disperati
O di un nuovo dio da truffare e dimenticare

Mi sembrava di averti già incontrata ad una festa
In una Parigi che non c’è più, cent’anni fa.
Questo era il sapore che lasciavi intorno la mia bocca
Quando mi lasciavi nudo a letto e scappavi via non so dove

L’ultima promessa d’inverno lasciala sulla mia lingua:
Succederà qualcosa di vergognoso in pieno giorno
Quando volando riempirai la stanza di minuscoli pesci rossi
e io mi trasformerò in un pomeriggio di un isola deserta

Ma nessuno si preoccupi per i nostri addii
Delle nostre vene disegnate dai fulmini
Delle amnistie concesse in attimi irreali
O Della nostra alleanza senza parole

Tu scambieresti un castello per un’alba?