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Rivolta

Nell’ingordigia del solo io funesto

mi colse riverbero di sassi e pietre

mura d’Atlantide scuoiate e stese

segnano rivolta alla meglio gioventù.

 

Afannando volsi la rotta al mare

prono all’accidentale flusso astrale,

libero e senza egida d’indulgenza,

regno e giudico il cuore di Creta.

 

Non mi s’infrange non mi si frantuma,

apparteno ad una schiera di soldati,

e nave peste brulica verso remoto,

a bordo dell’incoscienza del mio vuoto.

 

Cinema

Assiddevi assente ed esitante

disprezzando commedie francesi

sorridendo su d’una fossetta

all’ombra d’una cicatrice.

 

Assidevamo accanto

nell’atrio di quella sala spenta

intrecciando le nostre inclinazioni:

e lì, non me ne accorsi, ma.

 

La notte ti rivissi fino ad anestetizzarmi,

la tua gonna le tue ginocchia le scarpe rosse

gli intralci e l’espressione

la risata vibrava nel vuoto come una canzone.

 

La notte ti rivissi fino ad addormentarmi,

causa quel paio d’ore di parole,

afflitto dal mio pensiero assorto su di te.

Tuttavia non t’avrei rivista.

 

 

Ultima notte

Domani, da

quando te ne andrai

ritornerai nelle mie poesie.

Penultima notte

Stolidi sorrisi

rivedo roventi raschiare

l’ennesima illusione, di te.

Prima notte

Abbracciarsi

limitarsi l’universo

evocare nuovi spazi, insieme.