Vivrai molto
E passerai per forza per Viale Marche
Succedono un sacco di cose lì
Un botto di incidenti e vari
E spera di passare tranquillo
Col groppino di tabacco
E caffè nello stomaco
Tra i 2,1 chilometri di quel fottuto viale
Spera sempre non sia tu
A morire su Viale Marche
G.217
Une Barque Sur L’océan From Miroirs
Suona davvero felice
Questo pianoforte
Quando fuori temporaleggia
In queste giornate autunnali di Luglio,
Le stesse bianche che legano
All’inerzia e al pianto,
Con te, dico, esse si slegano dal grigio
Dalla pioggia
Davvero suona felice,
Potente,
E non per mio peccato
O per mia arcana ed egocentrica ignoranza,
Che parlo di me
Eviterei se potessi, banalmente
Vi rimanderei ai miei occhi,
Alle stesse scrosciate
E alle stesse note tonanti
Con lei
Potrei
Potrei davvero
Davvero?
In ogni temporale in cui sono annegato,
Ma ora dolce annegherei ancora
Stavolta ridendo
Tra i boschi delle Groane
Tra i cespiti distrutti
Piove e tu sei lì
C’è il sole
Le foglie
La tua mano sicura
Suona davvero davvero bene questo piano
Spero di sì dai
Ho iniziato a scrivermi sul corpo
E non ho più smesso
Come un flusso di coscienza
Ora vado in giro come un Memento storto
Tatuato di pare fino al collo
E tu mi guardi torvo
Ma la capisci vero?
La capisci questa poesia vero?
Il Pagliaccio di Tower Creek
Tutti applaudirono quando cadde Torre Creek
In fiamme e sgretolata come la XVI dei tarots
Nessuno fu felice di vedere il fool che l’abitava
Cercare di connettersi ai viandanti
Con 4 frasi storte e i tarocchi nelle mani
Arso (era ora)
Tra le macerie della fortezza
Dove schivo era vissuto
Arrogante sociofobico egoista
Non fate caso a questo foglio (carta?)
Non è poesia scusate
Ma è il narrato sfogo (il senso?)
Di quel povero buffone storto storto storto
Sindrome dello spogliatoio
Immagina se davvero tu fossi l’uomo
Col pene più corto del mondo
Immagina quanto saresti escluso
E solo
(Immagino non sia un così grande problema no?)
Immagina di essere solo per sempre nel mondo
Di avere un intero pianeta
Che di te se ne potrebbe fregare
(Veramente, solo per un pene piccolo?)
Immagina vaste lande da poter esplorare
Un pianeta inesplorato
In cui potrai viaggiare per sempre
E vedere e conoscere
Senza nessuno che ti amerà
(Ma qualcuno esisterà vero?)
Saresti unico e geniale
Chiamerai la Solitudine per nome “Agatha”
E passeggerai con lei come unica compagna
Potrai nuotare oceano nelle stelle
Suonare e ululare un coyote ubriaco
Morendo col cazzetto in mano
(Ho letto nei blog e dicono non sia un così grosso problema)
Una strana e luminosa cometa
Che muore lontana 46 miliardi l.y.
Che muore per difetto
Per gran difetto
(Non è così piccolo dai)
Refuso
Ho scritto di te per le strade
Ora tutti sanno
Quanto è coglione G.217
Sgrammaticato e dislessico
Dimostrazione x assurdo
Andarmene di qui solo per non sentirmi solo
Tornare al passato per non sentirmi solo
Solo per sentirti
Non sentire andartene ora
Sono solo una bolla di raggio finito
E tu sfuggi al mio tocco
Tu sei illimitata infinita
Se ti toccassi ora sarebbe solo un errore
Un assurdo
Perché non sono compatto
Non sono nessuno
In mezzo a questi N
Per ogni N
Sarò un insieme solo,
Quello vuoto, quello solo
E tu ti farai riempire
Convergente
Da infiniti punti dello spazio
Un buco nero
Ti ho idealizzata troppo
Eri piena
Ora non sei che una svolta
Suicidio Vol.4
È bene che la musica la facciano i modelli
Tanto brutti rospi e streghe li gettiamo al rogo
Ché la tendenza alla repulsione rimane sempre questa
Ed io sarò fiero di morire un po’ più pazzo e solo
È bene che i nani non si riproducano
Ché il mondo fuori è ancora bello alto
Certe sfide sono monti senza appigli
E o sei forte come Lui oppure niente gioia piccolo
Lasciati morire senza mai lottare
Muori piccolo e sudato dentro un letto sfatto
Non credere al sorriso che Lei ti aveva dato
La realtà è che a nessuno piaci
K freddooo
Lascia le parole scritte sulla sabbia
Alla calda sera e alla luna piena
Scorre l’acqua come scorrono le risa
Ed ogni solitudine è moltitudine
Ogni monte è catena
Lascia il lago per il mare
Ed il mare per l’oceano
Corri sulle dune e sulla fine dell’Autunno
Come un colibrì che sta solo
Succhia nettare dai pistilli
Un ape piumata
Come ogni sera un miliardo di stelle
Sì lì fuori fa freddo
Ancora in vita
Sono ancora vivo
Non mi viene nessun titolo
Spiagge disegnate coi pastelli eeeee
E sguardi che vanno molto lontano eee e
E no quella non era un stella
Era un fottuto aereoplano
Neppure con un filo lungo 40 mila km
e 75 m
Riuscirà a volare oltre la stratosfera
Un aquilone arancione bel colore
Ma di che lamentarsi?
Prenditi pure il mio cuore e poi spezzalo
È così che va il mondo cazzo
Tanto poi suoneró meglio io