Skip to main content

Solo le streghe vengono nel Burcht per guardare la luna.
Solo i puri di cuore non bruciano nel farlo.
la luna è lì, tangibile
mentre disegna i confini della cattedrale
ciascuno nel Burcht se entrasse ora sarebbe più leggero
nessuno nel Burcht se entrasse ora ne uscirebbe vivo.
Mentre lei si erge solitaria
non c’è neppure una stella

 

Ieri ho fatto uno sbaglio,

ma il peggio è non avertene parlato ancora,

il peggio è essere spaesata.

 

Primo sole di marzo, un marciapiede ed io.

Vorrei avere una canna,

vorrei fermarmi a piangere ma non ho tempo,

devo studiare.

Vorrei sapere dove è conficcata la spina e cercare di toglierla, o è stata colpa di quel sogno?

Vorrei la pace e la quiete,

ma l’inquietudine mi porta sotto il sole,

mi porta il sole.

O forse questi sono giorni in cui sono piccola
mentre l’umanità troppo grande

Anche io vorrei poter accendere innocentemente un fuoco,

ma nell’assenza di caminetti, lo faccio nella mia vita.

Ardo anche troppo,

cerco di evitar la passività di esser legno,

dimentico che va bene così.

Mi arrabbio e divampo, c’è fuoco

c’è caos, sono estenuata.

Aspetto la fiamma placarsi.

Come posso non bruciarti?

L’amore è tanto tanto bello

perché è quello che mi fa venire voglia di abbracciarti ora

dio cane ma è tremendo

o quello che ti fa scrivere versi

mi sa che non ti stai immaginando tutto

o quello che ti fa partire per Leiden

(questa è una consapevolezza che non può passarti inosservata)

scusami sarò diretta, ma così sono più veloce

(non so bene se è il caso di buttarla sul ridere però mi è spuntato un sorrisone enorme appena l’ho letto)

o lo stesso che ti fa prendere e partire per raggiungere cento stronzi che non si definiscono poeti neanche sotto tortura

è importante lamentarsi di aver corso quando alla fine sei riuscito a prendere il treno?

L’altro giorno ho preso il tuo coltello del pane in mano e ho sentito come se bucandomici il petto avrei potuto sentirti più vicino

Ho amato quell’oggetto.

03:35

Ho paura,
di restare sola, dei miei pensieri, delle persone e del dolore.
Vorrei tornare a sentire la fame e la quiete.
Forse se fossi sospesa in una qualsiasi via Bernardi,
avrei le spalle un po’ più grosse,
essere più di uno stupido mobilio.
Mia mamma non mi aveva dimenticato,
era stata distratta.
Mio padre non mi aveva sezionato
era stato accorto.
Un uccelletto dalle ali spiumavate
ad una ad una finisco il lavoro della natura,
l’ultima, la più sincera: NON M’AMO.
Uno spillo cade nel vuoto,
c’è eco e c’è terremoto.

Poesia statica

Sgraffignando i versi di:

D.14, L.75, L.63, L.108, N.15, A.23 e B.21

Accendo un incenso 

voto alla causa 

e me lo fumo d’un fiato. 

Spuntino di mezzanotte di me stessa, 

mi divoro con pensieri tanto scuri 

che scorrono tra sassi e felci, selvaggi

a te tutti diretti e rivolti.

Rinuncerei all’apnea, 

al sangue all’inchiostro alle onde 

espiare,

espiare,

espiare.

Arriva la cosa grossa, sono debole la capto:

la vita si scioglie nel profumo dei gelsi.

What does it mean to take care of yourself? 

It may be, wash your teeth before going asleep? 

To eat some stupid fucking vegetables instead of a steak? 

To not ask what you should, cuz’ you’re scared of the answer?

Or to ask it? 

Be patient with him, when he doesn’t love you yet? 

Or it could be at least once, to lose balance?